sabato 27 aprile 2013

A forza di pippe diventi Cechov: equivoci sull'uomo intellettuale

Storico ritratto di Cechov, scrittore, medico
e drammaturgo russo.
Caro Antares,
ho 23 anni e ho interessi diversi dalla massa. Vedo attorno a me gente che non si pone domande, che vive senza chiedersi il senso di niente, che preferisce non pensare.
Sono uscito con una ragazza che diceva di amare l'uomo intelligente, e infatti, come volevasi dimostrare, poi se ne è andata con un incolto, uno che non ha mai letto un libro.
Il bello è che sembrava anche capire le mie idee!! Eravamo ad una festa, ci siamo messi a parlare e lei mi parlava di un'amica sua che fa l'attrice; parlando di teatro, e le ho proposto di andare insieme a teatro. E lei sembrava anche d'accordo sulla mia critica alla televisione di oggi, sul teatro di serie A e B, e tutto: diceva di essere stanca dei soliti superficiali, che era stata solo con uomini senza cervello, eccetera. Poi, a parte una volta che siamo andati a teatro anche con alcune amiche sue, non solo ha smesso di rispondermi ai messaggi, ma ha tirato fuori che stava rimettendosi col suo ex.
Che mi aveva sempre descritto come un bastardo, un poveraccio, uno che non andava oltre, che "non ci arrivava".

E c'è di più: ho saputo che lei parlava di me come un pesante, uno che si accolla, uno che parla tutto il tempo di cose sofisticate, addirittura mi aveva preso in giro su una cosa che avevo scritto: aveva fatto leggere alle amiche una mia mail in cui, semplicemente, parlavo di una mia critica al traffico, alle automobili, che secondo me sono una forma di dittatura.
E allora? Non posso criticare il traffico?
Solo di calcio devo parlare per piacere alle donne?
Le ragazze hanno un bel dire "mi piace l'uomo che non è superficiale", ma poi...?

Matteo

Caro Matteo,
tu stai confondendo l'introversione sofistica con la figaggine dell'uomo acuto.

Sono due cose diverse.
Stavo per dirti "Devi sempre fare per forza il filosofo del cazzo", ma non è vero, perché il filosofo del cazzo sono io. Diciamo che devi fare sempre il filosofo forzatamente, ecco.

Tirando a indovinare, sei sempre stato un tipo colto e l'essere apprezzato (solo) per la cultura ti ha generato un effetto a catena per cui ti sei intartarito sempre più nella tua "cultura della cultura". Hai corteggiato l'intellettualità-mattone fino ad alienarti Eros, come dice il proverbio:
"Sei il classico tipo che a forza di seghe diventa Cechov".

E, come tutti i filosofi che fanno il filosofo apposta, hai idee tue complicate che vorresti, nei tuoi disegni, che passassero per genialità, quando invece risultano solo pesanti e fuori luogo.
Sei il tipo che quando conosce una donna, non le fa sentire la presenza, ma le spara in contropiede una inutile critica alla televisione: col risultato che la suddetta ragazza ti elude coi riflessi scivolosi di un'anguilla, e si concede al primo becero che le capita a portata di tette.
Anzi, in segno di disprezzo verso di te, ella si concederà su un televisore ad un altro.
O in automobile, veicolo notoriamente dittatoriale.

Ovviamente, il sistema immunitario delle tue idee si difende suggerendoti che non sia tu ad essere un insopportabile sofista carente in tempismo, ma che siano le donne a non apprezzare la profondità.
Così puoi crogiolarti nel ruolo dell' "intellettuale incompreso a tempo pieno", e ricomincia il giro vizioso.

D'altronde, il tuo presentarti come uno "diverso dalla massa", dice che sei abbastanza "profondo" da essere intellettuale, ma non abbastanza da comprendere che "la massa" è spesso un punchball astratto per intellettuali, e che in realtà "gli altri" non esistono, esistono le vite, ed esiste la norma - ma "la massa" è astratta.
Come disse il mio maestro Igor Sibaldi, se vai in giro e chiedi a uno "scusi, lei è un altro?" - quello dice di no. Quindi la massa è tutti e nessuno. Non hai bisogno di dimostrare che la massa è stronza, per dimostrare le tue idee, non sprecare tempo.

Torniamo a parlare di donne: le cose stanno così:

alle donna piace l'uomo acuto, eccome.
Ma quello figo.
The Mentalist è un intellettuale che scopa.
Tu no (al momento).

Ma che vai a chiedere "ma 9 x 9 farà 81?" ad una ragazza?
Semmai, se proprio vuoi fare l'intellettuale, scrivi una sceneggiatura, un libro, fai qualcosa, e le donne, se vorranno, andranno a sentire che pensi alle serate letterarie o dove le tue idee interessano.
Se no, scoperai o donne/nave-scuola, che si mettono in testa di svegliare il pipparolo, o donne un po' di nicchia, letterate o morbose, che però non ti danno una misura del tuo successo come uomo, perché sono dello stesso giro tuo.

Che poi, i grandi intellettuali della Storia spesso furono anche lussuriosi: se vuoi davvero seguire i grandi maestri del passato, vedi di andare a donne, perché ci sono esempi clamorosi: Guy De Maupassant, l'autore del famoso Bel Ami, andava a puttane in regioni esotiche, facendosi accompagnare da un notaio per testimoniare quante se ne era fatte, e vincere la scommessa con un amico suo!
Capito? Studia queste cose: farai far pace ai tuoi libri e al tuo pisello. E andranno insieme!

Ricorda comunque le seguenti Leggi (inviolabili):

1 - Piaci se il tuo personaggio è azzeccato, adatto a te: devi trovare il tuo modo ideale di fare, dosandolo in base a come ti riesce bene. Come il ruolo perfetto per un attore. Ma questo è una legge generale.

2 - La donna è come il bambino,
non puoi convincerla delle tue idee con la dissertazione, ma facendola divertire: l'intellettuale che chiava è uno che le cose gliele spiega con ironia, giocosamente. Il bimbo non vuole sentir parlare di diatribe fra paleontologi, vuole immaginare il mondo dei dinosauri - e da lì, magari, gli fai anche capire qualche diatriba fra paleontologi (SE proprio devi).


Non piace in quanto ingegnere,
piace perché è Soggetto.
 3 - ma non dare retta a quello che lei DICE di volere, traducilo! Lei quando dice "intelligente" intende Robert Downey jr in Sherlock Holmes o Iron Man, oppure il suddetto Mentalist, oppure lo scrittore-detective Castle. E grazie al cazzo. Mica va a darla ad Antonino Zichichi! Per lei l'intellettuale è quello là figaccione.
Fai attenzione invece a quello che una donna intende implicitamente:
ragiona: se sono varie volte che soffre per bastardi ignoranti, vuol dire che ama i bastardi ignoranti!
Se no non ci sarebbe cascata spesso!

4 - Sii più fisico se ti riesce: avvicina la donna a partire dal sesso: sentirà meglio, curiosamente, ANCHE le tue idee (ma, detto per inciso, bisogna vedere che idee).


5 - Il teatro: ragazzo, il teatro è un territorio impervio.
Se ci porti la coatta, si annoia; se ci porti la colta, probabilmente già ci vive in mezzo.
Inoltre, c'è teatro e teatro: se porti una ragazza a vedere una cosa carina e poi a bere, ok... se la porti a sentire le urla di due matte seminude che sguazzano nel vomito (il termine tecnico è "teatro sperimentale"), no. A meno che non sia una psicopatica, e allora scopati la psicopatica e pace a voi.

6 - Strategia: non sparare a fois gras i tuoi sofismi, a meno che non siano divertenti. Cioè, le donne che escono con te, non devono finire come le papere allevate per il fois gras: nutrite a forza con un bolo clamoroso sparato in gola tutto insieme. Se le tue provocazioni sono divertenti, ok, puoi anche eccedere, ma se si tratta di "una critica alla dittatura delle automobili", insomma...

Inoltre, a mo' di "punto 7", una nota sulla questione del Calcio:
DUNQUE:
io non seguo il Calcio. Mai riuscito a tifare.
Non per snobismo: proprio non mi incide sull'umore l'esito di una partita di Calcio. Tutto qui. Amo fare  Sport, ma seguirlo può interessarmi solo per curiosità oziosa, se non ho motivi personali.
Nella comitiva sono quello che spesso "Ragazzi annamo uscimo famo" - poi mi dicono:
"Ma no, stasera c'è la partita."
"Ah. Ok. Allora alla prossima."
Posso per esempio seguire una partita a casa di amici per vedere come giocano (ne capisco anche poco!) ma per me l'esito vale quanto quello di una partita di Ping-Pong. Cioè, bravi, ma fondamentalmente sticazzi.
Però ho sempre cuccato, perché non faccio alle donne sermoni pipposi sul Calcio:


"Uffi, mio marito mi trascura per
la partita ma l'alternativa sono
solo sapientoni noiosi!"
- disse la ragazza facendo spallucce.
Ma sbaglia: ci sono quelli come noi!
 allora allucina la scena. Io mi alzo dal letto di una donna bellissima, mentre fuori infuria il Derby.
Lei dorme fra le coltri calde, il suo culo emerge dalle lenzuola come un'isola nel Mare.
Vengo alla porta, da te, e tu mi domandi:
"Maestro, siamo ambedue anticonformisti e immuni al tifo.
 Ma tu trombi, e io no! Perché?"
E io ti rispondo: "In verità, in verità ti dico: io so dosare! Non sbagli gli ingredienti, ma le dosi!
Primum mentula, deinde philosophare."

L'anticonformismo dev'essere un elemento di brillantezza, di ironia, di libero pensiero, non un predicozzo a freddo.
Trasformalo in battute, tipo:

"Molti si sentono sportivi solo perché guardano la partita.
E allora io sarei pornodivo perché guardo i film porno?"
- e poi la porti a bere un drink, a guardare le stelle, o a ballare.
La baci, je fai senti'a presenza....

Cioè, alleggerisci.
Fal-le-ri-de-re!

Tranquillo, che se sei un intellettuale come dico io, te la danno eccome.
Fammi sapere!

Antares

venerdì 19 aprile 2013

Volano parole grosse: questione di vocabolario

Caro Antares,
sono una ragazza di 22 anni, ho molti ammiratori per fortuna, e spesso questa cosa mi viene fatta pesare! Ad esempio, l'altra sera sono uscita con un ragazzo per la seconda volta, e mi sono resa conto che non mi interessava molto, inoltre esco da una storia difficile con un altro, e insomma, non mi sentivo di stare con lui. Lui si è offeso, sembrava non capire, e ha detto una cosa che mi ha molto molto offesa: ha detto che sono troia per rimorchiare in discoteca, ma faccio la preziosa solo con lui.
Questo perché, parlando, gli avevo detto che durante l'Estate mi ero divertita con le mie amiche, e normalmente abbiamo avuto le nostre storielle estive.
Sentendosi rifiutare, mi ha mandato affanculo e io ci sono rimasta molto male: sembrava un ragazzo intelligente e maturo, ha avuto questa reazione da ragazzino...
Perché, se mi è capitato di avere un flirt in discoteca adesso sono tenuta a stare con tutti? Non posso credere che nel 2013 ci sia chi ragiona così! E' pazzesco.

Monica

Caro Antares,
ho 25 anni e sono una donna molto solare e sincera, forse troppo sincera! Siccome nella mia comitiva sanno che sono stata a letto con 15 uomini (erano i miei ragazzi, non ho rubato l'uomo a nessuna!), sembra che io sia zoccola. Quando io non sono tipo che mette le corna a nessuno, ho semplicemente avuto le mie esperienze: alcune più durature, altre estive, altre ad avventura, ma insomma! Ora temo che arrivino voci denigratorie al mio ragazzo attuale, e mi dispiacerebbe molto: specie considerato che ci sono tante finte santarelline che so io cosa fanno in realtà! Cosa mi consigli?
Cristina

Care amiche,

mi date modo, con le vostre missive, di spiegarvi due cose fondamentali: e cioè,

1 - che dovete saperci fare con i ragazzi
2 - il vero significato della parola "troia" in due lingue


Partiamo da quel che lamenta la nostra Monica:

Monica, è normalissimo quello che è successo.
Per un uomo, una donna bellissima è una botta alo cerebro, uno shock, un'urgenza di amare e di essere riamato. Quando vediamo una donna bella, scattano al tempo istesso stupore, desiderio, senso del Divino, volontà di potenza e quant'altro.
Inoltre, ci viene così facile scopare, anche con gente che ci piacicchia così così, che subendo il rifiuto già si sommano:

desiderio folle + facilità di sesso
("non vedo perché non dovresti voler fare l'amore con me, mica c'ho la lebbra")

Queste due cose possono essere compensate dalla castità della ragazza: l'equilibrio precario del vaffanculo si gioca tutto sul poter dire "Vabbé, ma lei è una brava ragazza ammodo, è normale che devo sudarmela". Nemmeno la tua 'brutta storia difficile' serve a dissuadere l'amante, perché OGNI donna esce da una brutta storia difficile - anche se intervisti una bambna di 5 anni ti dice che ha sofferto per amore - e quindi il seduttore avveduto se ne sbatte i coglioni e ci prova lo stesso.
Non con la bambina. Dico, ci prova con la ragazza. :)

A quel punto, la goccia che fa traboccare il vaso del turpiloquio è sapere che tu hai trescato in discoteca con un tizio.In vacanza con le amiche.
A Ibiza. O Mykonos. O dove che sia.
Alla faccia sua (non è vero, ma lui la interpreta così).
E allora no, allora si crepa fragorosamente la diga del vaffanculo, e te lo tieni prendendola con filosofia.
Attenzione:
Non perché sia una tua colpa, ma perché devi capire il pathos del giovane uomo, che ha urgenza di amarti e gustare il tuo amore, e scopre che quello che lui si sta cercando di sudare con uscite e cene, un coglione che hai incontrato a Ibiza lo ebbe senza problemi.
Quello della discoteca era di certo homo osceno et laido, e il nostro beniamino se ne andrà a casa borbottando idee genocide e fantasticando deliri di apocalisse nucleare su Mykonos e dintorni.

Foto di propaganda di regime:
"Tornando a casa, troverete i vostri
figli, che una ha snobbato
per concedersi a Ibiza.
Fate loro una carezza, e dite:
Antares è il vostro Sire e vi darà
10 vergini se prenderete parte
alla Sua Causa. "
Digli che scrivesse a me, 'che il mio blog è rifugio d'ogni uomo che vuol essere un'alternativa alla movida, e insieme progetteremo la mia imminente dittatura.
Dagli il mio indirizzo mail!
Un giorno, potrebbe affacciarsi al balcone dittatoriale appena dietro di me, coi gradi di gerarca, e gli darò un harem di 10 vergini, tutte cresciute prive di discoteca.


Allora certo, insulti e offese varie a parte (che magari non è il caso), meritano compassione e comprensione le pene dell'ammiratore frustrato che torna a casa con le palle blu.
Comprendilo, magari digli di non insultarti troppo, per pura "decenza", ma benedicilo e auguragli buone scopate con altre.
Anzi, presentagli due amiche tue disposte all'amore, la prossima volta portagliele come i capponi che Renzo Tramaglino porta al Dott. Azzeccagarbugli.
Questo tributo farà risarcimento di:

- avergli fatto lavare la macchina, mettere benzina e portarti al pub, ottenendone testicoli enfiati e dolenti, ed un pippone ululante davanti al ben gratuito porno di Internet;

- esserti recata in un luogo immondo come la discoteca (dovrebbe essere segnato sui documenti come l'astensione dal voto: a seconda di quante volte ti sei recata in discoteca, una penalità o pecuniaria, o sociale. Del tipo: sei stata 20 volte in discoteca? Aumento di 1 euro sulla spesa per ogni volta. Pizza bianca? 22 euro. CocaCola in lattina? 21,50. E così via. Una tassa punitiva.)

- averlo offeso retroattivamente concedendoti al tizio in vacanza. Lo so che non lo conoscevi ancora a lui, ma lui soffre.

Scherzi a parte, d'altronde, che pretendete da noi?
Quando voi subite un rifiuto, amiche mie, cosa fate?
Subito insultate il rifiutatore, date del frocio a lui, e della troia a TUTTE quelle che a lui piacciono.
Ecco, un uomo rifiutato, in modo speculare si arrabbia, e dà della troia a te. Niente di strano.

E veniamo ora al senso della parolona:
"Troia", checché ne dica Schliemann, in Italiano è la scrofa, e nel vocabolario maschile e femminile ha significati del tutto diversi: circa 6 in quello maschile, e circa 3 in quello femminile:

Dal dizionario maschile:
TROIA, s.f., trò-ja:
1) Donna che fa mercimonio di sé, prostituta prezzolata;
2) Donna fedele, ma particolarmente maiala a letto, godereccia, spesso monogama seriale ma con un vissuto sessuale ricco, per la sua onesta e salubre voglia di sesso: in questo senso si chiama molto più frequentemente "maiala" (cfr la lettera di Cristina);
3) Donna ufficialmente infedele ed afroditica, di molti amanti, simpatica e allegrona, sinceramente ninfomane e amata e rispettata da tutti, salvo compatire chi la sposa;
4) Donna che è infedele al proprio uomo, traditrice, a prescindere dai costumi ufficiali;
5) Donna repressa e acida, misandrica e misogina insieme, ipercritica e che ha sbotti di ninfomania occasionali (troia repressa)
6) In generale, donna cattiva e voltagabbana, ma qui l'insulto è usato come generico, figurato, come "stronza".

Dal dizionario femminile:
TROIA, s.f., trò-ja:
1) Stronza, generico
2) Qualunque donna che non sia affiliata alla cricca della donna che parla, e che si trovi ad avere una rivalità con lei.
es.: Ex del proprio fidanzato, usurpatrice di parcheggio, donna più magra che l'ha urtata nella folla, cose così.
3) Meretrice, prostituta (raramente usato in questa accezione)

Inoltre, una ragazza ha sempre una visione estremamente lassa di cosa significhi essere troia:
conosco una ragazza che in una sola vacanza è riuscita nell'ordine a (le freccette indicano la sequenza cronologica):
lasciare un tizio a Roma per andare a "riflettere" -> Darla a uno appena conosciuto in vacanza -> darla all'assistente di volo -> darla a me, al ritorno -> tornare col tizio che aveva lasciato all'inizio.
Insomma, era la Mission Impossible della fica:
sarebbe stata capace di buttarsi col paracadute, ghermire un altro paracadutista, dargliela in aria, e riatterrare.

Eppure, dava della mignotta a quasi tutte le donne che conosceva.
Ogni donna si trova a dover essere
due donne: la santa e la seduttrice.
Da come combina le due cose, da come
le integra, dipenderà essere:
una sapiente, un'ipocrita o una zozza.
E' la norma: ed è la norma anche quello che dice Cristina, cioè che "molte sono finte sante".
E qui vi do la Verità definitiva: pronte?

La verità definitiva, a riguardo, è che non c'entra la morale.
E' notevole come non abbiate mai capito per bene questa cosa semplice.
Quando un uomo ti dà della mignotta, mica è un discorso morale!
Significa soltanto che tu rientri in una di quelle 6 categorie di cui sopra, che non sono uguali fra loro.

Per esempio, la nostra Cristina:
Cristina è l'emblema della categoria maiala, in senso buono.
Lei ha avuto in dono questa grande capacità di godere dell'amore, e giustamente si è sempre procurata la materia prima, cioè l'uomo.
Ora, essendo onesta, vorrebbe metter su famiglia con il ragazzo attuale, e teme la nomea.
Fai bene a temerla: tu sei innocente, ma siccome, come ho detto prima, non c'entra niente la morale, ormai la frittata è fatta. Nessuna dimostrazione di onestà rimedierà al fatto crudo che 15 uomini si sono accaniti su di t... ehm, scusa: hanno giaciuto con te nel talamo d'amor.

Non è in ballo la tua qualità morale. A lui darà fastidio il puro fatto territoriale, slegato dalla tua moralità e dal fatto che tu sei fedele.
E' ovvio che una donna bugiarda e traditrice sia peggio di te! Certo! Ci mancherebbe. La sincerità consente di capirsi senza ipocrisie, però c'è sempre modo e modo di giocarsela: sia nelle abitudini, e sia nel raccontarlo.

Hai due alternative:
- o farai come fanno tutte oggi, cioè cercherai di cambiare le regole del Tao, per poi lamentarti di non trovare uomini "maturi", crogiolandoti nel complesso della donna troppo speciale alle prese con gli infantili (falso);
- oppure correrai ai ripari per farlo contento e coglionato, prendendo lezioni da una maestra di seduzione.

Inutile fare fantapolitica a riguardo: non conta che siamo nel 2013, le cose funzionano così.
Se volete andare d'accordo con gli uomini, o quantomeno non avere problemi di intesa, non mi stancherò mai di ripeterlo:
fatevi insegnare tutto da una sacerdotessa!
Trovatevi una maestra di savoir-faire al femminile (il più delle volte sarà una parente o amica matura, di gioventù scanzonata, esperta di uomini) e prendete appunti!
Io, da uomo, posso insegnarvi semplicemente cosa offende o non offende un uomo (scrivetemi all'uopo).
Lei invece vi insegnerà cose come:

- Rifiutare un uomo senza buttarla sul politico, sul diritto o su altre puttanate moderne;
- far credere al vostro uomo che il suo pene è spaventosamente imponente, a priori, anche se non è vero;
- galateo a tavola (ad esempio, non elencare le scopate estive se uno stronzo vi ha appena aperto la porta del ristorante col sorriso);
essere zoccole con classe (importantissimo: non 'gattemorte' e non 'ipocrite': ho detto 'di classe', è diverso).

E così via.

In questo modo, avrete la vostra seduttività, la vostra femminilità, anche la vostra troiaggine, Dio la benedica per carità - ma col buonsenso almeno.

Fatemi sapere!
Forza e Onore!

Antares

(PS: allego il link ad un mio articolo correlato:
http://anticocodice.blogspot.it/2012/09/il-velo-la-cintura-di-castita-et.html )





martedì 16 aprile 2013

Salomone e le faide fra ragazze: realtà e utopie

Regola d'oro: non intrometterti fra due donne che litigano,
se non vi è gelatina alla frutta o fango. Prendi nota, figlio mio.
Caro Antares,

recentemente mi sono intromesso in una lite fra la mia ragazza ed un'altra ragazza, e tutto il male è rimasto a me!
Infatti è andata così:
Valentina, la mia ragazza, odiava Mary, una sua compagna di corso all'università: la odiava perché le aveva scippato un esame, e in passato erano state rivali per un ragazzo.

Vedendola spesso incazzatissima, io ho una volta o due ho trattato con freddezza questa ragazza, solo che poi mi sono trovato in imbarazzo. Prima ho scoperto che l'esame "scippato" era semplicemente un'ipotesi esagerata della mia ragazza: cioè Mary aveva soltanto detto al professore che per lei sarebbe stato meglio darlo in un certo giorno, e quindi, per motivi tecnici, Valentina si era trovata a darlo più vicino ad un altro esame e aveva studiato leggermente più impegnata. Valentina aveva attribuito tutto ciò ad un atteggiamento seduttivo di Mary col professore, il che secondo lei dimostrava che era una stronza eccetera eccetera. E dulcis in fundo, la questione dell'essersi litigate quel ragazzo era incredibilmente stupida, dato che, a quanto ho capito, il poveretto nemmeno lo sapeva.
Mi sono trovato in imbarazzo perché, per evitare le ire di Valentina, sono stato scostante con Mary, al che lei mi ha accusato di essere antipatico, io ho cercato di non dare troppo l'impressione di scostarla, ma a quel punto Valentina mi ha accusato di fare lo scemo con la stronza, e l'ho dovuta togliere da Facebook. Al che, Mary anche si è risentita, e ne è nata una rissa su facebook.
Io, per difendere Valentina, ho accusato Mary di varie cose, e sono passato da stronzo.
Risultato: loro hanno fatto pace, e io sono lo stronzo.
Ma...?

Domenico

Caro Domenico,

ti sei trovato frapposto in una faida fra fighette, ignorando la legge cosmica che vuole l'uomo alieno alle beghe fra donne.

Anche Degas si meravigliò che le tre volessero uccidersi
a vicenda. Ci rimase malissimo. Comunque la guerra è guerra
ma la pausa capelli ci sta.
Capitò anche a me: una mia ex, N., detestava una sua amica, C., ma studiavano insieme, si truccavano insieme, facevano tutto insieme. E io ogni tanto rivolgevo la parola a C., pure perché obiettivamente era difficile non trovarmela davanti, per motivi logistici!!!

Voglio dire: la buona C., me la fai trovare a casa tua, alle uscite, a tavola, in macchina, al cesso, come faccio ad evitarla???
E. si infuriava perché sosteneva che C. fosse una mangiauomini, e per non sentire l'ira funesta della mia ragazza, la tolsi da MSN.

Poi però la riaggiunsi, perché quando studiavano insieme, C. notava che io figuravo in chat sul computer di N., e non sul suo. Quindi per non creare imbarazzi, la riaggiunsi.
Apriti Cielo! N. si incazzò, dandomi del bieco puttaniere.
Alla fine, io avevo strani atteggiamenti fra due fuochi, e loro si pettinavano insieme.
Però per fortuna non mi sono mai dovuto intromettere nelle loro questioni, a livello di arringa:

Salvo casi eccezionali, l'uomo non deve prendere parte quasi mai alle liti fra donne, mantenendo un atteggiamento salomonico, simile a quello del genitore che raramente va a sindacare sui giochi dei figli coi compagnetti dell'asilo.

Un fotogramma catturato dalla telecamera di un guardone:
una ragazza in uno spogliatoio parla con l'amica del cuore
nell'attimo in cui nota che lei ha le tette più alte.

Fra donne esiste una mafia squisitamente femminile, per cui liti, pacifizazioni, non-belligeranze e alleanze sono autogestite, decise e vissute solo fra donne, e a modo loro.
Se tu volessi anche intervenire, ti risulterebbe arduo capire certe liti, le troveresti aliene, stupide, frivole od oscure.

Considera, per esempio, che la differenza fondamentale fra la lite fra ragazze e fra ragazzi è questa:


- la rabbia femminile nasce da un mix di ira + bisogno di conferme affettive: è la famosa "rabbia isterica", comune sia nelle donne, sia negli uomini matrizzati o nei bambini troppo abituati al mondo e al linguaggio di una famiglia femminile.
 E' una rabbia che include un bisogno di empatia, o un mancato riscontro empatico, che rende la cosa non solo cavillosa, ma anche ricattatoria sul piano emotivo.

- la rabbia maschile nasce da ira + orgoglio primatista, il che è molto più facile da gestire: basta che fra i due contendenti si stabilisca una compensazione, o una gerarchia, il che si trova quasi sempre.

Ad esempio:

Gerarchia:
tu mi hai fatto un torto? Ammetti che il ho il pisello più grosso, e finisce qui.
Fine! Basta poco. Tu mi hai fatto un piccolo sgarro, ma udite udite:
"Chi ha il cazzo più grosso?"
"Tu, o principe."
"Ah. 'Mbè. Vai in pace, fratello. E accetta un caffè, o mio buono."

Compensazione:
Mi hai scippato la ragazza ----> Ti trombo la sorella.
La Logica è Logica.
Fine: a posto. Siamo amici, ok?

Possiamo fare a pugni, e poi finirla lì.
Invece
laddove c'è una richiesta di empatia e di affetto, oltre ad un bisogno di leggiadria, la cosa diventa complicata.Come ho detto altrove, la donna è di vetro: può squarciare e squarcia bene, ma non è fatta per l'impatto pieno.
La ragazza si arrabbia a catena: prima si incazza, poi si incazza perché si è DOVUTA incazzare quando lei è leggiadra, poi si reincazza ancora perché l'altra ha risposto, insomma:
si parla di reincazzazione, è un principio karmico.

E' una costante anche in Natura: fra le bestie, gli scontri fra maschi sono simbolici, molto ritualizzati. Addirittura si parla di tori sani che hanno "rispettato" per abilità e coraggio un toro con un corno spezzato, che si comportava cazzutamente.
Invece le femmine tendono a uccidere davvero, ad andare alla gola: perché o difendono i cuccioli nel nido, o a volte cacciano. La rabbia femminile non è rituale, è finalizzata.

Ok ragazze, dai: facciamo un bel gioco!
Ora:
non intrometterti! Sono fatti loro!
E' un mondo!
Loro litigano perché l'amica s'è macchiata l'anima dell'orrendo crimine di aver detto in pubblico che ha la 42, proprio davanti alla cicciona alleata della tua ragazza! La tua ragazza, per ragioni oscure, protegge l'amica cicciona e progetta una morte crudele per la secca, che odia dalle elementari per altri oscuri motivi.
CAZZI LORO!
Il tuo atteggiamento dev'essere quello del re illuminato, che benigno si aggira fra le donne della sua corte.

Noi, ingenui idealisti, le vorremmo tutte pacifiche, di comune accordo a farci una pompa, ma è un sogno di pace utopistico.

Salomonico. Tranquillo. Disinvolto.
Fregatene.

Forza e Onore
Antares


martedì 9 aprile 2013

Amiconi e maestrine attorno ad una parola

Caro Antares,
sono contento di trovare questa oasi goliardica nel panorama del politicamente corretto! Complimenti.
Stavo notando che recentemente, quando uso la parola "frocio", avverto come un riflesso di guardinga coscienza sporca, o quantomeno controllo se qualcuno reagisce male dandomi dell'omofobo. A tal punto giunge il condizionamento della moda!
Tu che rapporto hai con l'omofobia?

Alessio, Roma

Caro Alessio,
la risposta "accademica" te la do tramite questo mio articolo da un altro mio blog, Antico Codice:
http://anticocodice.blogspot.it/2012/11/le-vere-ragioni-dellomofobia-religiosa.html
Invece la risposta goliardica te la do di seguito:

Io non ho rapporti particolari con l'omofobia, anzi me ne frego in ambedue i sensi, cioè non me ne occupo ne' in difesa ne' in contestazione.
Non sto nemmeno qui a precisare, mani in alto, che bla bla, rispetto per tutti, bla bla non ce l'ho coi gay, e ciance varie: questi mea culpa li lascio a chi ha la coda di paglia, io sto a posto con la coscienza. Se qualche deficiente va a molestare la gente fuori del Qube il Venerdì sera, ne risponde lui, mica io che mi faccio i fatti miei.

Andiamo a parlare di nomenclature:

La parola "frocio", vocabolo fondamentale per il linguaggio dell'uomo, contrariamente a quel che pensano le anime pie odierne, non si riferisce nemmeno all'omosessuale di per sé.
Incredibile eh?

Eh già:
ho la fortuna, come te, di essere romano, quindi di possedere un linguaggio in cui la parolaccia, come gli ideogrammi orientali, non ha un senso didascalico, ma un senso simbolico e contestuale.
Pensa ad esempio ai morti: "limortaccitua" non indica tecnicamente i morti, ma tutta una serie di cose. Addirittura è usata come soggetto o complemento oggetto jolly:

"Ho smesso di bere, davvero!"
"See, hai smesso. Hai smesso limortaccitua, hai smesso."
Un intenso primo piano di Mosconi.
Ti abbia in gloria quel Dio che hai tanto invocato, amico.

Nota la sintassi: "hai smesso" (verbo), che cosa? "limortaccitua" (complemento oggetto jolly).
Non ha un senso letterale, va sentito col cuore, con la pancia.

Come anche Mosconi, dal Veneto:
Chi ha chiuso la porta?
Nessuno.

"GesùCristo, no nessuno!"

Capisci? Le parolacce non hanno una filologia accademica, hanno una filologia di parolaccia.
E veniamo a "Frocio".
E' una parola che chiude tantissimi buchi, ed ha una carica semantica pazzesca.
Non indica sempre in sé per sé il gay.
Vediamo quelche esempio:

(Squilla il telefono. E' l'amico mio Raffaele)
Rispondo: "Frocione! Dimme tutto!"
"Oh, ciao! Ndo' stai?"
"Sto a lavoro, sto in pausa. Ma t'avevo chiamato ieri."
"Eh ho visto la chiamata.
 Ma tu stasera ce stai pe' usci' co' Sirvana e Gianna 'a zozza? Vie' pure Ambra."
"Ma io sì che ce sto! Séte voi che nun rispondete ar telefono! Che stavate a fa' ieri? Passame quell'artro frocio là vicino."
- e così via.

Non vi è alcun riferimento reale all'omosessualità.
E' folklore verbale.


Idem per le varianti: finocchio, frocione, frocetto o frocio maledetto: quest'ultima variante è in particolare utile ad indicare un soggetto che si spregia o di cui si teme l'arguta cattiveria, o la propensione a tradire e sfuggire. Esempio:
"Ma Gianluca che fine ha fatto? Aveva detto che veniva, ho pure prenotato!"
"Eh alla fine ha detto che non gli andava, siamo solo noi."
"Frocio maledetto."

O anche:

"Dì a Er Ciriola e quei quattro finocchi dell'amici sua che...."
Eccetera.

In realtà, quando i soliti buonisti vogliono spaccare il capello e tirare in ballo complesse dietrologie sulle parole, e cambiare il linguaggio come fosse una rivoluzione culturale, non capiscono che fare questo non solo non comporta grandi cambiamenti morali (tanto se uno è stronzo, insulta anche senza parolacce), ma oltretutto trascura quella particolare "filologia del cuore" che è il dialetto.

Prendere alla lettera le metafore è proprio dei robot e di
alcuni pazienti psichiatrici: suvvia, un po' di umorismo!
Inoltre, proprio a voler essere filologi, "finocchio" a quanto pare, come l'inglese "faggot", indica non direttamente l'omosessuale, ma l'individuo di poco conto, pappamolle o cretino, perché i finocchi venivano venduti dozzinalmente.
"Frocio" invece è di etimo oscuro: alcuni lo collegano, con uno strano volo associativo, alle froge del naso, le narici, che alcuni svizzeri papalini avevano importanti, o così si diceva: siccome cosotoro indulgevano spesso alla pederastia, ci fu l'associazione fra i "frogioni" e la pratica.
E' dubbia come origine, secondo me, ma tanto per dire:
discutere sulle parole è un labirinto sterminato.

Come disse Gibran, "il pensiero è un uccello dei cieli, che in una gabbia di parole riesce a distendere le ali, ma non a volare".

Che dire del verbo "fottere", o "inculare", spesso bersagliato dai buonisti? Loro dicono che un termine amatorio non dovrebbe essere usato per indicare una fregatura o una violenza.
D'altronde, il buonsenso popolare la sa più lunga:
l'intrinseca aggressività dell'atto, la tendenziale dolorosità (nel secondo caso) e il fatto di farlo "alle spalle", si presta facilmente alla metafora, con buona pace dei filologi ipercorrettisti.
E' OVVIO che se dico "che inculata!" parlando di politica, non mi riferisco a quando la mia ragazza mi concede un giochino fra innamorati un po' più gravoso del solito!
Sono molte le parole che hanno un'origine stramba o poco attinente con la cosa designata: basterebbe pensare alla parola "schiavo", che deriva da "slavo" (il nome di un popolo usato per indicare la schiavitù!), o la famigerata parola negro, che è semplicemente il latino per "nero" (niger, nigris ecc).
Curiosamente, nessuno osi lamenta per "schiavo-slavo" e molti si lamentano per "negro", che tecnicamente sarebbe più corretta dell'altra.

Il Linguaggio è anche sfumato, mica siamo traduttori automatici.
Esiste l'ironia, esiste la metafora, esiste la storia popolare delle parole, ecc..
Pensiamo, al di là dell'insulto, alla parola Moneta, che deriva dal tempio di Giunone Moneta ("che ammonisce, che avvisa") dove sorse poi la Zecca dello Stato. O al Liceo, che deriva a Apollo Liceo, presso la cui statua insegnava Aristotele. O alla parola Enciclopedia, che significa "far mettere in cerchio i bambini".
E così via.
Il Dizionario Etimologico ne è pieno, leggetelo, è molto bello.
Esiste anche il Dizionario degli Insulti, oggi quasi introvabile, che io custodisco gelosamente nella mia libreria.

Insomma, se dovessimo cavillare sulla purezza delle parole, amici miei, parleremmo tutti in Sanscrito, dato che (così pare) da lì derivano le lingue indoeuropee.

Curiosamente, anche la parola "omofobo" non ha senso, è la prima parola impropria, perché grecamente parlando significa "che ha paura del simile", e non significa "che odia i gay".
Dovrebbe essere qualcosa come "misomofilo", cioè "che odia chi ama il simile".


Maestrine del cazzo! Nemmeno sanno quel che dicono e vengono a fare la predica a noi!

Perciò, tu usa orgogliosamente la parola "frocio", e fallo noncurante dell'eventuale sdegno di qualche maestrina.
Devi però farlo bene, coltivando la tua espressività, allenandola: 
pronunzialo con convizione e simpatia, tipo:

- "Sto frocio!"
- "Ah, vòle litiga'? Bene, vedemo sto frocetto se c'ha er coraggio."
- "aaaaaaaaaaaaaaaaaaah frocio!" - riferito a un amico che ad esempio ti mette del ghiaccio sulla schiena per scherzo, mentre sei accaldato.

E così via.

Fammi sapere dei tuoi progressi!
(finocchio che altro non sei)

Antares

lunedì 8 aprile 2013

"L'Amore non è razionalità" : luoghi comuni sulla presunta complessità femminile

Caro Antares,
le ragazze spesso, parlando delle loro storie d'amore e cercando il mio consiglio, mi dicono con aria saccente che l'amore non è razionalità. A me pare che coprano così un mare di stronzate palesi che fanno!
 Ma significa?? Io a volte nemmeno riesco a consigliare o capire le donne, perché mi sembrano impermeabili alle mie idee, anche le più semplici.
Freud morì chiedendosi cosa vogliono le donne: tu invece ti sei risposto?

Peppe

Caro Antares,
ho sentito dire che "laddove noi facciamo aritmetica, le donne fanno equazioni differenziali". Non ho mai capito in cosa consista questa famosa superiorità mentale della donna!
Tu che dici?

Alessio

Carissimi Peppe e Alessio,

in effetti avete ragione. 

Reputo Cuore e Ragione collaboranti in una persona sana, e reputo che esistano donne intelligenti e donne stupide, come vale anche per noi, ci sono uomini intelligenti e uomini stupidi.

Peppe, le donne tirano questo jolly quando hanno appena commesso qualche idiozia.
Noi siamo più coerenti: ammettiamo che il pisello ci guida come un fatale ago magnetico, ma quando si tratta di QUELLA irrazionalità, subito parlano contro.

Prova tu a dire "l'amore non è razionalità" quando giustifichi il tuo adulterio: scoprirai che Miss Irrazionalità ha la coerenza e la lucidità aggressiva e dialettica di un avvocato tedesco.

Generalmente, come avete notato, nel luogo comune odierno la donna "deve" essere superiore sia quando fa la matta (contro il razionalismo), sia quando fa la razionale (contro il becero animalaccio che è l'uomo).

Ora vi spiego due cose:
prima due righe sulla razionalità in generale ed il famoso conflitto cuore-ragione;
e poi parliamo del discoro più ampio in cui rientra l'argomento, ossia quello cui accenna l'amico Alessio, la presunta superiorità mentale femminile.

APPUNTO FILOSOFICO SU CUORE E RAGIONE

Facciamo il punto sulla razionalità e il cuore:
(peraltro mi date modo di iniziare a scriverlo proprio oggi, nei giorni dell'Angelo Mumiah, l'Angelo dell'Irrazionale, 16-21 Marzo):

Non è che si possa dire che l'amore non è razionale:
caosmai, si può dire che non è razionalISTA.

L'istinto sta alla ragione come l'esploratore sta al cartografo;
come il direttore sta alla segretaria;
come il cliente sta all'avvocato;
come il traffico sta alla segnaletica e ai vigili urbani.

Il che comporta 3 cose:

1 - Le forze hanno delle dinamiche loro, delle correnti loro, che la ragione può capire o meno (il non capire una cosa non significa che sia irrazionale, può voler dire anche soltanto che il limite è della tua comprensione).

 2 - Non esiste un'azione razionale di per sé, come non esiste un ufficio "segretarista": la segretaria è ancillare al direttore.
Non esiste una strada "segnaleticista", esiste al massimo una strada ben organizzata.

3 - La ragione è neutrale, perché le sue finalità si basano sulle finalità delle pulsioni (cioè, anche un serial killer è razionale quando progetta come far fuori la vittima). Recentemente hanno scoperto che anche nelle decisioni etiche, si attivano più le aree emotive del cervello che quelle razionali: di cui il titolo dello studio, non ricordo di chi, "La morale è un istinto".

(C'è tutta una branca della Filosofia e della Psicologia che studia la Logica e i suoi paradossi, come il pensiero paranoico, o anche pensiamo all'Epistemologia, che studia i limiti della Conoscenza)

Come dicono innumerevoli proverbi, insieme a Pascal che ricopia spudoratamente i Baci Perugina (credo):

"Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce"
"Lancia il cuore avanti a te e poi corri a raggiungerlo" (proverbio arabo)
"Ascolta il cuore, esso conosce tutte le cose" (Coelho)
"il cuore ti dice cosa fare, la testa ti dice il modo migliore di farla " (Lowen)
... e così via.

I cosiddetti "conflitti fra ragione e cuore" delle donne sono in realtà semplicemente:

(turbe emotive) + (lambicchi mentali) +
 (deficit fondamentale dell'azione femminile) =
"Cosiddetto problema fra cuore e ragione".

Tradotto, la donna spesso somma, nei suoi problemi:
- emozioni capricciose
- un mentale complicato
- una fondamentale voglia di vedere cosa fa l'altro, più che agire (lo diceva anche Nietzsche: la felicità dell'uomo sta nell' 'io voglio', la felicità della donna sta nel 'lui vuole')
QUESTO sì. Coprire l'idiozia, no.

Il che crea tutti i problemi d'amore di una donna.

Ad esempio, quando una donna sta da 5 anni con uno che la tratta come la mappina del cesso, quello secondo voi è un problema "d'amore" o è miseramente il segno del suo non volersi accorgere
di qualcosa?
Ovvio che sapete la risposta.

Il ridicolo è che la presunta "irrazionalità dell'amore" viene tirata in ballo il 90% delle volte per banali legacci mental-paurosi: perché se parliamo de I Guardiani del Destino, l'amore che vince sugli schemi eccetera, ok: però se mi tiri in ballo l'Irrazionale per giustificare l'idiozia, no. Allora mi incazzo.

 Ora: veniamo dunque al famoso discorso della superiorità mentale femminile.

LE DONNE SONO REALMENTE PIU' PROFONDE O INTELLIGENTI?

Non solo non ci sono elementi che lo dimostrino, ma ad uno sguardo intuitivo si parano clamorose e inquietanti prove del contrario, quasi:
Basta entrare in una libreria, e leggere i titoli o gli argomenti dei libri destinati alle donne.
Sembrano nozioni elementari per ritardate:

"Come fare a meno di un uomo che ti tortura"
"Impara a volerti bene"
"Se cambia connotati e fugge in Nuova Guinea, non ti ama"
"Se ti decapita e ti brucia in effigie, forse non è l'uomo per te"
"Smettere di amare troppo"

"Smettere di mangiare troppo"
"L'ho sposato e non so perché"
"Ho sposato un cannibale satanista ma oggi sono una donna nuova"

O come diceva un film:
"Donne - che amano uomini - che amano donne - che non li amano"

Bene.
Perché tutto questo?
Beh, l'equivoco sull'intelligenza delle donne nasce da tre fattori, annotateveli:

1 - L'equivoco infantile-scolastico;
2 - Quantità VS Qualità
3 - Parlare e Pensare

Ossia:
1 - A scuola, è vero: le bambine e le ragazze appaiono più intelligenti e mature dei maschi, perché studiano mediamente di più, sono meno scalmanate e vivono già in una condizione femminile quasi piena: il campo delle donne sono le relazioni, quindi una bambina ha già il suo campo, mentre il maschietto prima di fare l'uomo deve crescere almeno un po' (anche se lo è potenzialmente). E' questo il vero motivo per cui le donne studiano di più ma lavorano di meno: finché sei studentessa, essere una bimba matura e secchiona conta, ma quando cresci no. E vieni superata dall'ex-nerd maschio, che alle medie era un coglione fissato coi videogiochi, e da adulto diventa ingegnere e si scopa donne bellissime perché arriva a farsi la macchina di lusso.
Leggete in merito il libro "Perché gli uomini sono stronzi e le donne rompicoglioni" di De Martinis.

Senza contare che, fra l'altro, l'intelligenza scolastica c'entra poco con altre forme di intelligenza (le 8-9 individuate da Gardner): anzi, personalmente ho riscontrato che elevati risultati scolastici sono non solo scollegati dall'intelletto umano in altri ambiti, ma spesso addirittura inversamente proporzionali ad esso. Cioè, noto spesso che persone eccezionalmente dotate a scuola sono incredibilmente stupide a livello umano, relazionale o di sagacia effettiva. Un po' come Forrest Gump, che eccelleva nella vita militare per la sua ottusità. Quindi non è indicativo il rendimento scolastico per stabilire l'intelligenza di una persona.

 2 - Quantità e Qualità invece significa che pensare MOLTO non vuol dire pensare BENE.
Se uno ogni giorno monta un mobile dell'Ikea, non vuol dire che sia un grande bricoleur: è probabile che invece non sappia montarlo bene una volta per tutte. Quindi chi pensa molto in genere non pensa "bene": è come la tecnica nelle arti marziali: una buona tecnica è versatile, il Maestro si muove con semplicità, ha snellito la sua tecnica.
Quindi se le donne sembrano pensare molto, non significa che pensino meglio.

3 - Le donne, sembra confermato anche neurologicamente, in media non sono più emotive ne' più razionali degli uomini: semplicemente, PARLANO dei loro sentimenti di più.
Nel cervello femminile, le aree emotive innervano automaticamente le aree verbali, nel cervello maschile molto di meno.
Per questo, alle due di Notte, un'amica che ti ha tenuto due ore al telefono per parlarti di quanto è stronzo il suo amante, senza arrivare ad alcuna conclusione e senza accettare nessun consiglio, ti saluta ringraziandoti:
perché lei voleva PARLARNE. Non trovare soluzioni.

Quindi il punto non è che le donne siano più sentimentali o più razionali dell'uomo: la differenza sta nel come sono combinate, collegate le due cose.

Sì, le donne sono amabilmente folli.
Curiosamente però, la loro follia è straordinariamente
mirata e selettiva quando scelgono un milionario.
Perché lei è folle, imprevedibile e complicata, pertanto,
prima di sposare un riccone, se ne innamora follemente.

Di fatto, una donna ha emozioni e ragione
quando si innamora di un artista, quando sceglie un uomo ricco con lucidità spietata, e quando scappa dal suddetto ricco con un altro artista, le manifesta ambedue!
Così come un uomo ha emozione e ragione, e si vede quando lo vedi innamorato e incazzato, e per liberare l'amata progetta l'assedio alla fortezza del nemico.

Che poi, se dovessimo dare la palma dell'emotivo e del matto, noi maschi non ci faremmo mancare niente: è vero che le donne sono le menadi delle tragedie greche, ma è pur vero che la follia intesa come genio, creazione, ribellione e FUROR eroico è tipicamente maschile.

(Ne riparleremo in un post sulla giusta follia per conquistare le donne)
Così come la lucidità strategica è maschile, e la lucidità del menage familiare è femminile.
E così via.

Anche fra gli Dei: Atena razionale è donna, mentre gli istintivi Ares, Dioniso e Poseidone sono uomini; però Apollo razionale è uomo, ed Artemide donna.

Mi domandate: come capire le donne?
Ecco, veniamo alla parte pragmatica.
NON C'E' BISOGNO di capire le donne se non per la stretta utilità.
Cioè conquistarle, amarle e così via.

Non cercate di capirle: ponetevi verso di loro avvicinandole a partire dal pisello, e spiegate bene le ali del cuore.
Davvero.

Rifiutate ogni cenno di traduzione o diplomazia:
tanto la mente della donna non è fatta per recepire logiche e soluzioni offerte dall'uomo, ma solo le azioni dell'uomo.

Supponiamo che tu conosca una ragazza, che tu ci esca, e che lei ti dica:

"Vengo da una storia confusa: mi interessa un ragazzo, lui mi ha detto che mi ama, però si scopa altre e dice che non se la sente di stare con me. Ma allora perché mi ha detto che mi ama???"

è evidente che sia un problema ridicolo.
Tantopiù per te, dato che tu la stai portando a cena, e lei dimenticherà quel formidabile amore dannato quando conoscerà un altro a cui accollarsi.
E ancora peggio è come prende in contropiede le ipotetiche soluzioni:

"Mah secondo me non ti ama."
"ma io lo amo!"

"prova a lasciarlo"
"non ci riesco"

"esci con me, ci conosciam...."
"sono bloccata"

"allora costringilo a scegliere così ti levi il dubbio"
"ma io non so se voglio davvero una storia con lui"

A quel punto, una parte di te ha uno scatto di turpiloquio e vorrebbe dirle
"E allora vaffanculo e famme 'na pom...."

- ma il tuo autocontrollo lo stoppa e lo rimanda nelle righe, mentre quella parte di te strattona e torna al suo posto, un po' ingrugnita.

Tu medita così:

quando la donna ti espone una sua complicata e delicatissima questione, tu centrati sul tuo Io e, respirando profondamente, distaccati dalle sue ragioni e visulizza il tuo pene eretto che, emergendo dalla terra, tipo grattacielo attraversa l'aere e sfonda le nuvole, con un rombo tonante.
Quelle nuvole simboleggiano il casino mentale della donna, il tuo darle retta, le preoccupazioni...
Due angeli, danzando attorno alla cima del pisello cosmico, porteranno il motto
"IN HOC SIGNO VINCES"
E visualizzando tutto ciò, pronuncia le parole del Canto 99 di Ezra Pound:

"Il cuore fallico dell'uomo
proviene dal Cielo
fonte chiara di Giustizia
Lo svia l'ingordigia

Il Cuore sia retto, il Fallo percepisca il suo scopo"

Così centrato, come un Re assiso in trono, se la stai corteggiando saprai farlo bene;
e se stai dandole consiglio, saprai consigliare correttamente la donna.
Il più delle volte, cioè, nel darle consiglio la aiuterai semplicemente a capire gli uomini, fungendo da esemplare, o la aiuterai a fare qualcosa a livello tattico.
Non c'è altro modo di dare consigli o dialogare con una donna.

Forza e Onore!

Antares